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Il Green New Deal Europeo e l'Italia. Impegni concreti per l'ambiente

Scritto da Kaeser | 27/05/20 9.58

Il significato letterale di Green New Deal è quello di nuovo patto verde.

Non appena si è insediata alla presidenza della Commissione Europea, Ursula von der Leyen ha subito fatto capire che la sfida ambientale sarebbe stata una priorità all'interno dell’agenda comunitaria.

Il significato del Green New Deal è proprio quello di risposta, attraverso l'adozione di misure concrete, all’emergenza riguardante i cambiamenti climatici.

Per la prima volta, una legge vincolante per tutti i Paesi UE ha sancito il raggiungimento della neutralità delle emissioni inquinanti entro il 2050, con importanti step intermedi.

 

 

 

Eco-impatto: l'obiettivo da raggiungere entro il 2030

 

In relazione agli step intermedi, l'obiettivo da raggiungere entro il 2030 è quello di un drastico calo complessivo delle emissioni pari a 260 milioni di tonnellate.

Si tratta, in concreto, di definire un piano decennale con una seria incidenza sulle politiche aziendali, oltre che su città, trasporti, energia, economia circolare e fiscalità.

Secondo le stime degli analisti le ricadute non sarebbero solamente di carattere ambientale, ma anche economico. Questo piano comporterebbe, solamente per l'Italia, circa 200 miliardi di nuovi investimenti e la creazione di più di 800mila posti di lavoro.

 

 

 

Aspetti critici attinenti al contesto italiano

 

Le prospettive sono incoraggianti ma la base da cui parte il nostro Paese non è certo incoraggiante, con un livello di emissioni, stabile - quindi senza miglioramenti - nel corso degli ultimi 5 anni e pari a 426 milioni di tonnellate di CO2.

I motivi per questa situazione stantia sono diversi:

 

  • Le fonti rinnovabili hanno avuto una percentuale di crescita decisamente bassa in 5 anni, passando dal 17,2% al 18,1%, appena lo 0,9% di incremento.

  • Dall'altro lato, nel corso degli ultimi 2 anni c'è stato un consumo medio di energia più alto rispetto all’aumento del PIL.

  • I trasporti rappresentano un ulteriore tasto dolente, dal momento che l'Italia segna 644 auto ogni 1.000 abitanti. Le nuove immatricolazioni italiane registrano una crescita di 120 g di CO2 al chilometro peggiorando la situazione.

 

Questi dati sono influenzati, inoltre, dalla scarsa diffusione delle nuove auto elettriche, oltre ai minimi incrementi delle motorizzazioni elettriche nei trasporti pubblici.

 

L'Italia non incrementa il tasso di circolarità

 

Sul tema dei rifiuti, i tassi di riciclo aumentano ma il tasso di circolarità è sceso, passando dal 18% al 17%.

In questo senso è bene ricordare che il tasso di circolarità costituisce il rapporto fra i materiali riciclati e i materiali consumati. Molti Paesi stanno facendo dei veri e propri passi da gigante in questo, noi invece perdiamo posizioni.

Un dato allarmante, perchè significa che in Italia i materiali provenienti dal riciclo stentano a sostituire le materie prime vergini e, di conseguenza, il tasso di circolarità non migliora.

Ad esempio, vengono riciclate molte tonnellate di packaging e bottiglie in PET. Questo materiale viene utilizzato per molti oggetti, dalle panchine, alle pedane, ma non per realizzare altre bottiglie in PET ricorrendo ancora ai polimeri vergini.

 

Ottimizzazione energetica: i passi da compiere per ridurre le emissioni

 

L'incremento della Green Economy per l'Italia parte dalla Legge di bilancio che si prefigge di raggiungere effetti potenzialmente positivi in termini di ottimizzazione energetica.

Ovviamente la Legge, da sola, può poco, se non c'è l'impegno di tutti. Uno degli obiettivi concreti riguarda la riduzione dei gas serra puntando ad arrivare al 50% entro il 2030, contrariamente al 37% inizialmente indicato.

Per far questo concorrono molti fattori: quantomeno raddoppiare l'approvvigionamento da fonti rinnovabili, creare maggiori investimenti e compiere sforzi sulla mobilità sostenibile, arrivare alla riduzione della dipendenza dalle auto, puntare sulla riduzione dei rifiuti, sull’allungamento della vita dei prodotti e sulla riutilizzabilità, risparmiando quindi sulle materie prime.

 

 

L'impegno di Stato e aziende

 

Da parte delle aziende ci si aspetta un netto miglioramento in termini di efficienza energetica, grazie anche agli incentivi statali.

A completare questo quadro sarebbe necessaria una riforma fiscale in chiave ecologica, che sposti il prelievo dal lavoro ai gas serra, con conseguente taglio del cuneo fiscale e carbon tax per finanziare e indirizzare la fiscalità verso il Green New Deal, come sostenuto da molti esperti del settore.