Dai laboratori di piccole dimensioni ai grandi contesti industriali, igiene e sicurezza costituiscono due requisiti indispensabili per il settore alimentare.
In questo quadro l'aria compressa è una fonte di possibile contaminazione da tenere monitorata.
I motivi sono semplici: un impianto di aria compressa che non riceve gli adeguati trattamenti può veicolare contaminanti nocivi e pericolosi che possono finire nei prodotti generando potenziali problemi.
In alcuni casi l'aria compressa costituisce una parte significativa e integrante dei processi produttivi.
Sono, per esempio, le fattispecie in cui è utilizzata per spostare polveri alimentari o fluidi, nei mescolamenti, nei processi di aerosol e molto altro ancora.
In questi anni sono proseguiti gli studi sui contaminanti, provvedendo a una loro divisione in gruppi.
Nel processo di aspirazione dell'aria sono contenute molte particelle, le più comuni riguardano: pulviscolo atmosferico, vapore di origine acquosa, vapore derivante da oli, oltre ad altri microrganismi di diverse tipologie.
Nel processo di compressione, gli inquinanti aspirati dall'ambiente vengono fortemente concentrati e trasferiti alla distribuzione, se non opportunamente trattati e separati.
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Nei compressori di tipo oil-free non sono normalmente previsti sistemi di separazione degli inquinanti aspirati.
In quelli lubrificati, l'olio di raffreddamento viene iniettato nella camera di compressione: se da un lato questo ha un effetto detergente sui contaminanti aspirati, dall'altro l'olio deve essere separato dall'aria compressa, con sistemi che normalmente hanno un'efficacia del 98-99%.
Il focus in questo caso è sia sul serbatoio sia sul sistema di distribuzione dell'aria compressa.
Nel caso in cui il sistema sia realizzato con componenti di scarsa qualità, vetusti e non a prova di corrosione, è possibile che l'aria compressa, già trattata in sala compressori, venga inquinata nuovamente prima dell'utilizzo.
La protezione si sviluppa su due differenti livelli:
1) Predisporre un sistema di trattamento adeguatamente dimensionato per garantire la protezione di prodotti e processi aziendali connessi all'aria compressa.
2) Avviare un processo di monitoraggio costante sulla qualità dell’aria compressa attraverso gli strumenti più idonei.
Per le applicazioni di aria di grado respirabile o medicale esistono specifici riferimenti normativi. La cosa non avviene per l'aria compressa utilizzata in campo alimentare.
Ci sono però le linee guida BCAS, considerate le fonti più autorevoli per valutare la qualità dell’aria compressa alimentare.
Utilizzando questo riferimento è bene ricordare che vengono individuate due casi di utilizzo dell’aria compressa nel processo di trasformazione:
Per far fronte ai requisiti di purezza richiesti dalle linee guida BCAS, è necessario eliminare i diversi contaminanti presenti nell’aria.
Ciò avviene attraverso una filtrazione suddivisa per step, ricorrendo a tecnologie di filtrazione differenti all'interno di macchine per la generazione e la distribuzione dell'aria compressa.
Alcuni esempi: