In uno scenario alpino impervio e senza compromessi, l'affidabilità e le prestazioni dei macchinari sono decisive per il successo e funzionamento di ogni strumento ed attrezzatura.
A questo proposito, presentiamo oggi una case history di notevole rilievo: parliamo del progetto di ricerca guidato dal Prof. Ing. Francesco Calvetti (Politecnico di Milano) che vede affiancati Politecnico di Milano e Club Alpino Italiano (CAI), avviato nel settembre 2023 presso la Capanna Margherita, con l’obiettivo di valutare la stabilità e le condizioni del permafrost, monitorando la sicurezza della struttura e fornendo al tempo stesso importanti dati ai ricercatori del settore.
Al progetto hanno presto parte anche il geologo Andrea Tamburini, focalizzandosi sulla elaborazione ed analisi dei dati, ed il geologo Fabio Baio, contribuendo sin dalle prime fasi operative grazie anche alla sua grande esperienza nell'ambito della glaciologia e perforazioni del permafrost, arricchita dalle molteplici spedizioni in Antartide e sulle Alpi. Abbiamo avuto il piacere di incontrarlo per approfondire i vari aspetti che hanno caratterizzato gli studi ad alta quota e i dettagli operativi.
Buongiorno Sig. Baio e grazie per aver accettato il nostro invito, ci parli un po' del progetto
Buongiorno a voi e grazie per l'incontro.
La capanna Regina Margherita si trova sulla Punta Gnifetti a 4556 metri del massiccio del Monte Rosa, dedicata alla Regina Margherita di Savoia che vi pernottò nel 1893, anno dell'inaugurazione.
Di proprietà del CAI centrale, la Capanna Margherita è il rifugio più alto d’Europa e ospita un importante laboratorio la stazione meteo di ARPA Piemonte.
Qual è stato il ruolo dell'aria compressa in questo progetto?
Per installare le strumentazioni in grado di verificare la qualità e la stabilità della roccia, oltre che la temperatura e le vibrazioni che possono verificarsi in seguito ad esempio a terremoti o crolli, è stata utilizzata una perforatrice idraulica, con martello fondo foro (DTH) azionato ad aria compressa, alimentata da due motocompressori Mobilair Kaeser equipaggiati di motore diesel in grado di fornire circa 5 m3/min ciascuno.
Quali sono stati i criteri di selezione dei motocompressori Kaeser?
Essi sono stati selezionati tenendo conto delle perdite di prestazioni rispetto ai valori in condizioni standard causati dalla notevole altitudine, poiché la perforatrice necessitava di una portata di aria compressa di circa 6-7 mila litri/min a 5-7 bar di pressione.
Dunque, dovendo noleggiare un elicottero per condurre l’attrezzatura presso il luogo oggetto di studio, il raggiungimento della portata complessiva necessaria per la perforatrice è stato affidato a due motocompressori operanti in sinergia, in modo da limitare il peso di ciascuna unità e quindi semplificarne le operazioni di trasporto.
Che tipo di misurazioni sono state eseguite?
In particolare, sono state eseguite una perforazione verticale, accanto al rifugio, ed una orizzontale in parete, al di sotto al rifugio, permettendo così la corretta installazione degli strumenti di misurazione. I fori sono equipaggiati da catene di singole sonde oltre che da un estensimetro in grado di rilevare un eventuale allungamento della sonda e quindi possibili movimenti di ribaltamento della parete rocciosa.
I motocompressori a vite lubrificati utilizzati per eseguire le operazioni alla Capanna Regina Margherita appartengono alla gamma Mobilair Lightweight che include i modelli dall’M20 fino all’M59: potenti, versatili ma anche estremamente compatti e leggeri, grazie al loro peso in esercizio inferiore a 750 kg che ne semplifica il trasporto.
Equipaggiati con motori diesel o elettrici da 14,7 a 43,5 kW, sono in grado di fornire portate di aria compressa da 2 a 5,5 m3/min, garantendo fino a 14 bar di pressione.
Resistenti ed in grado di operare anche nelle condizioni più difficili, possono essere equipaggiati con cappottatura in polietilene e sono disponibili in versione stazionaria, su ruote o su slitta.
La manutenzione risulta estremamente semplice, essendo progettati per assicurare la massima accessibilità di ogni componente. Inoltre, il controller SIGMA CONTROL SMART permette all’operatore una semplice interazione con la macchina, ottimizzando al tempo stesso la produzione di aria compressa, i consumi di carburante e la gestione delle emissioni.
I Mobilair Kaeser presentano molteplici configurazioni per adattarsi ad ogni necessità di utilizzo, integrando differenti opzioni di trattamento aria come il radiatore, in grado di raffreddare l’aria compressa fino a 7°C sopra alla temperatura ambiente, il separatore centrifugo, filtri per eliminare tracce residue di olio, sistemi per riscaldare l’aria e regolazione anti-frost per garantire una temperatura operativa ottimale adattandosi alle condizioni ambientali.
Possiamo dire quindi che siete soddisfatti delle macchine utilizzate?
Sì, i Mobilair Kaeser hanno dimostrato di essere la chiave per ottimizzare le operazioni , poiché in grado di garantire un’elevata efficienza anche in un ambiente così ostile e critico.
Grazie alla loro affidabilità e la capacità di operare anche in condizioni climatiche estreme, i motocompressori Kaeser hanno fornito l’aria compressa necessaria per alimentare gli strumenti utilizzati per monitorare i vari parametri ambientali e hanno permesso il corretto svolgimento delle attività propedeutiche alle misurazioni utili al progetto.
Ringraziamo il Geologo Fabio Baio per la disponibilità e per aver condiviso con noi la sua esperienza.